L’architettura organica è un ramo dell’architettura moderna che si sviluppa nei primi anni del Novecento. Partendo dallo studio dell’ambiente circostante, ha come obiettivo quello di preservare ed enfatizzare l’armonia tra natura e costruzione, avvalendosi di elementi grandi e piccoli, fino agli arredi.

Cosa si intende per architettura organica

Si contrappone a linee di pensiero architettoniche quali il Funzionalismo, il Razionalismo e il Brutalismo, atti a sfruttare il più possibile lo spazio a disposizione. Alle loro strutture geometriche e spigolose, l’architettura organica risponde con curve, cerchi, onde e forme sinuose. Questi richiamano gli elementi naturali del paesaggio in cui si immerge la costruzione.
Il rapporto non è più tra uomo e abitazione, ma tra uomo, abitazione e natura circostante: devono coesistere in maniera funzionale, sicuramente, ma anche armonica.
Il fondatore e principale esponente di questa filosofia è l’architetto americano Frank Lloyd Wright (Richland Center, 8 giugno 1867 – Phoenix, 9 aprile 1959). Egli utilizzò il termine “organico” per la prima volta nel 1908.
Wright espresse la summa del suo pensiero in questa frase “Risultato dell’arte del costruire dovrebbe essere una poetica serenità anziché una ‘efficienza’ mortale”.

I principi fondamentali dell’architettura organica

Frank Lloyd Wright identificò in un articolo pubblicato su Architectural Record nel 1914 i sei principi fondamentali dell’architettura organica:

  • Semplicità: tutto ciò che è superfluo può e deve essere eliminato, addirittura le pareti divisorie tra le stanze.
  • Pluralità di stili: ogni edificio deve essere diverso dagli altri, unico, poiché diversi sono gli ambienti e le persone che li abiteranno.
  • Armonia tra edificio e ambiente circostante: la costruzione deve apparire come una continuazione dell’ambiente circostante e deve richiamarne le forme sia all’esterno che all’interno. Vengono utilizzati, talvolta, elementi del paesaggio come arredi interni.
  • Armonia dei colori: i colori scelti per gli esterni e gli interni devono essere coerenti (o comunque in armonia) con i colori dell’ambiente circostante.
  • Valorizzazione dei materiali: i materiali adoperati devono essere il più vicino possibile a quelli dell’ambiente e utilizzati nella loro forma meno lavorata. Si predilige l’uso di pochi materiali.
  • Ispirazione a valori universali: questo concetto, più filosofico dei precedenti, vuole un’architettura funzionale all’essere umano che abiterà l’edificio senza però piegarsi alle mode del tempo. In questo modo, sosteneva Wright, l’opera durerà per sempre.

Gli esponenti più illustri nel mondo

Frank Lloyd Wright, abbiamo detto, fu il padre e maggior esponente dell’architettura organica.
La sua opera più rappresentativa, considerata il manifesto dell’architettura organica, è la Casa sulla cascata. È il corrispettivo italiano di Fallingwater (nota anche come Casa Kaufmann, dal nome del suo proprietario Edgar J. Kaufmann). Si tratta di una villa in Pennsylvania costruita a picco su una cascata del ruscello Bear Run.

La villa, costruita con materiali naturali, si integra con l’ambiente circostante. Alcuni elementi della struttura si fondono con le pareti rocciose tanto da non riuscire a distinguere ciò che è naturale da ciò che è artificiale.
Anche gli interni rispondono alle regole “organiche”. Materiali e colori che richiamano il paesaggio naturale, rocce all’interno di stanze, scale che terminano su piattaforme a filo dell’acqua del torrente, che scorre intorno e all’interno dell’edificio.
Sempre di Wright, ricordiamo le Prairie House (case unifamiliari perfettamente integrate nel paesaggio, caratterizzate da linee orizzontali, anche per i tetti, e un grande uso del legno); la Martin House a Buffalo e il Johnson Wax Building in Wisconsin.

Bruce Goff fu il successore diretto di Wright. A lui si deve la Adah Robinson Residence a Tulsa, negli Stati Uniti: la residenza in stile Deco di Adah Matilda Robinson.
Richard Neutra ha realizzato la Kaufmann Desert House a Palm Springs, in California, commissionata dallo stesso uomo d’affari che incaricò Wright di realizzare la Fallingwater.
Alvar Aalto realizzò la Biblioteca di Viipuri, nella città russa di Vyborg, e il Sanatorio di Paimio, in Finlandia.

Gli esponenti più illustri in Italia

In Italia abbiamo Bruno Zevi, Mario Ridolfi, Luigi Piccinato e Pier Luigi Nervi, che fondarono l’APAO, (Associazione per l’Architettura Organica) a Roma. Questa dette un nuovo impulso all’architettura italiana, ponendosi in antitesi con i dettami troppo accademici della Facoltà di Architettura di Roma.
Paolo Soleri negli anni Sessanta fondò negli Stati Uniti l’Arcologia (unione delle parole architettura e ecologia), che promuove il minor sfruttamento possibile dell’ambiente come stile di vita.

L’architettura organica ebbe grandi consensi in Europa e negli Stati Uniti.
Innumerevoli altri architetti approfondirono e personalizzarono i concetti di Wright e caratterizzarono parte dell’architettura del XX secolo.
Le loro opere si fondono con il paesaggio, ne richiamano gli elementi naturali e ne sfruttano le risorse. Soluzioni estreme, completamente diverse l’una dall’altra, a conferma che l’architettura organica è un movimento in continua evoluzione.
Wright fu un precursore dei tempi. Il suo modo di concepire non solo gli edifici, ma intere metropoli, espresso nella sua utopia Broadacre City (1932), sarebbe oggi  considerato attualissimo e fondamentale per una sana coesistenza tra esseri umani e natura.