Può passare in secondo piano, ma in realtà è un biglietto da visita molto importante sia a casa che, soprattutto, per un’attività. Parliamo dello zerbino, un oggetto che, di fatto, risulta immancabile fuori da un’abitazione o un luogo di lavoro. Quando se ne sceglie uno, bisognerebbe tener conto di diversi fattori che, passando sotto il radar dei meno attenti, portano ad acquisti insoddisfacenti o poco d’impatto, specie quando vengono adoperati nelle sedi lavorative.

Quando si acquista uno zerbino occorre tener conto dell’uso a cui sarà destinato e, ovviamente, della sua praticità. Gli zerbini aiutano a ridurre lo sporco che si può portare all’interno e, inoltre, hanno un importante ruolo decorativo. Quest’ultimo fattore non è da sottovalutare, specie per un’attività, alla quale sarebbe consigliabile optare per tappeti personalizzabili in modo da ottenere una migliore prima impressione all’ingresso di clienti e collaboratori all’interno.

Insomma, abbiamo appurato che lo zerbino sia un complemento d’arredo che non deve mancare in alcun contesto. Esso esiste dalla notte dei tempi, coi primi esemplari di zerbini nella storia risalenti all’epoca dell’artigianato indiano, venendo intrecciati dalle donne con un insieme di paglia, foglie di palma e bambù. Nelle prossime righe, andremo a scoprire come scegliere lo zerbino migliore per le proprie esigenze, tenendo conto di tutte le variabili in campo.

Cosa valutare quando si sceglie uno zerbino

Sono diversi i parametri che vanno analizzati quando si sceglie uno zerbino. Innanzitutto, va citata la forma che, generalmente, può essere rettangolare o a mezza luna e, ovviamente, viene scelta in maniera del tutto soggettiva in funzione dell’utilizzo che si andrà a fare e delle proprie preferenze estetiche, relative a quale modello riesca ad amalgamarsi al meglio con il contesto generale.

Citiamo, poi, le dimensioni che, ovviamente, dovranno essere adeguate alla stazza della porta sotto cui si andrà a posizionare lo zerbino. Si tratta di un parametro da non sottovalutare affatto, specie se le soglie dello stabile vengono varcate spesso e con più angolazioni. Altro parametro importante è l’aspetto estetico che, in alcuni casi, dovrà necessariamente essere formale.

Sul mercato, comunque, esistono diverse tipologie di zerbini, diversi tra loro in funzione dell’estetica. Essi possono, generalmente, essere a fantasia, a tinta unita, intarsiati o, come detto, personalizzati in funzione delle esigenze del cliente, magari con il nome dell’attività, i colori della company ed il logo che la caratterizza.

Di cosa sono fatti gli zerbini? Scelta dei materiali

Come molti già sanno, gli zerbini sono realizzati partendo da materiali diversi. Ne esistono di diversi in commercio e, chiaramente, ognuno di essi risponde ad un’esigenza diversa del mercato. Esistono zerbini in fibra naturale o costituiti con materiali artificiali. Generalmente, si dividono in tappeti in fibra di cocco, derivanti proprio dalla noce del frutto e costruiti con un materiale ecosostenibile molto resistente, specie all’umidità, venendo utilizzati sia all’interno che all’esterno.

Ci sono, poi, quelli in fibra naturale di cotone. Questi zerbini sono realizzati, a loro volta, con non poca attenzione nei confronti dell’ambiente. Essi presentano una notevole capacità di assorbimento, più alta rispetto a quella della fibra di cocco. Abbiamo, inoltre, gli zerbini in nylon, una fibra sintetica dalle ottime qualità abrasive e molto resistente, particolarmente diffusi, seppur poco assorbenti.

Citiamo, infine, quelli in fibra cardata, con un tasso di assorbimento alto, quelli in polipropilene, dotati di uno strato inferiore di vinile o di una struttura di alluminio. Essi sono antiaderenti e più economici di quelli in fibra. Gli zerbini in gomma, resistenti ad intemperie e raggi UV, generalmente a griglia per esterni e quelli da ingresso in ghisa, non particolarmente funzionali, ma molto eleganti e decorativi.