È una pianta sempreverde decorativa elegante e facile da curare: stiamo parlando dell’Anthurium. Conosciuta prevalentemente per la sua spata di colore rosso, ovvero la foglia che compone l’apice, è oggi presente in moltissime varietà, anche di dimensioni compact, che la rendono la pianta da regalare a chi ha un appartamento.

Caratteristiche

La caratteristica fondamentale dell’Anthurium è la “coda”. Nome che diedero gli Antichi Greci allo spadice, ovvero la lunga spiga che si trova all’apice, l’unica parte ricca di infiorescenze. La parte colorata, rappresentata dalla spata o brattea, è, infatti, di un color rosso fuoco, molto simile a quello della Stella di Natale. Nelle nuove varianti si può trovare di rosa screziato di bianco, viola, verde, bianca, gialla e marrone. Resistente e vigorosa, è facile al trasporto, anche nella versione con fiori recisi. Quella più coltivata in Italia è la varietà andreanum. Si distingue per essere una pianta di grandi dimensioni, con spadice ritto e spata brillante. Tuttavia è presente anche in versioni più compatte, con spate più piccole e di colori diversi. I fiori dell’Anthurium hanno, in genere, lunga durata, e sbocciano ogni qualvolta spunta una nuova foglia.

Il suo habitat

È perfetta per decorare gli interni, perché fiorisce tutto l’anno ogni 3 mesi, anche nel periodo invernale. Ciò significa che ad un trimestre fiorito, ne farà seguito uno dedicato alla sola produzione delle foglie.
Il genere da cui arriva la pianta è composto da più di 1100 specie, distribuite per la maggior parte tra Colombia ed Ecuador.
Tutte hanno le caratteristiche delle sempreverdi di origine tropicale e subtropicale. Ciò significa che per tenerla in casa è necessaria una temperatura di almeno 20°-22° gradi e un ambiente sempre umido. Non ama, infatti, il caldo eccessivo e nemmeno le correnti d’aria né il sole diretto; pertanto, è sconsigliabile collocarla vicino ai termosifoni, sulle scale e nei corridoi di passaggio.
In natura è epifita, ovvero con radici aeree, quindi sarà necessario procurarsi un terriccio adatto, come quello per le orchidee. In quello standard morirebbe . Come alternativa, è possibile effettuare un mix fai da te di terriccio permeabile più sfagno e torba per i nutrienti.

Come curarla

Non è una pianta che necessita di cure particolari. L’Anthurium richiede, innanzitutto, una posizione ben illuminata e la sua terra non deve mai essere asciutta, ma nemmeno bagnata: innaffiarla una volta la settimana è più che sufficiente, due in estate.
Se in casa l’aria diventa secca, è buona norma nebulizzarne le foglie con dell’acqua. Meglio non utilizzare lucidanti fogliari per riprodurre l’ambiente umido della foresta Amazzonica e ricordarsi di non scendere mai col termostato oltre i 16°.
Generalmente, la si concima ogni tre settimane, in primavera, per consentire la fioritura in autunno-inverno, ma se in questo periodo i fiori non dovessero sbocciare, sarà necessario spostarla presso una parte della casa con più luce, interrompere la concimazione per 6/8 settimane e darle meno acqua, fino a quando non arriverà il caldo della primavera.
Questo è anche il momento giusto per eliminare i fiori appassiti e rinvasarla; l’Anthurium presenta, infatti, radici carnose, che necessitano di vasi profondi, per garantire la profusione degli steli. Il rinvaso va effettuato, in ogni caso, ogni 2 anni, in un contenitore che sia di almeno il 20% più grande del precedente. Prima di effettuare questo passaggio, la pianta andrà messa a bagno in acqua tiepida, con la sua zolla attuale, dopodiché bisognerà cambiare il terriccio, disponendo uno strato di argilla espansa sul fondo per il drenaggio; innaffiare abbondantemente. Dopo il rinvaso, non sarà necessario concimare il terreno per almeno i successivi due mesi.

I parassiti dell’Anthurium

Nonostante sia una pianta particolarmente resiliente, anche l’Anthurium ha i suoi parassiti. Il ristagno può infatti generare infezioni fungine, mentre afidi e cocciniglia farinosa ne amano le foglie che, quando attaccate, iniziano a raggrinzire e a formare delle macchie; gli afidi, inoltre, portano con sé le formiche, poiché in fase avanzata lasciano la fumaggine, ovvero una scia zuccherina detta anche “occhio di pavone”.
Le correnti d’aria causano l’ingiallimento delle foglie; stesso discorso se la luce del sole è diretta, mentre se i fiori rimangono verdognoli, sarà necessario posizionare la pianta in una zona meglio illuminata. Per combattere la cocciniglia esistono soluzioni apposite, ma per chi preferisce i rimedi naturali l’ideale è una soluzione a base di sapone di Marsiglia ed acqua calda, da passare sulle foglie, mentre sapone di Marsiglia e aglio aiutano ad allontanare gli afidi, contro cui è altrettanto efficace l’aceto.
Per combattere gli afidi, è possibile anche impiegare i macerati di ortica, rabarbaro o felce, ma in casa è più probabile avere dell’aglio, della menta, del pomodoro o del peperoncino, che si dovrebbero schiacciare (singolarmente), macerare e poi passare sulle foglie. In orticoltura, si usa spruzzare le piante con getti d’acqua oppure spargere del caolino. Infine, è bene ricordarsi di allontanare la pianta malata dalle altre, poiché queste infezioni sono contagiose.