Una pianta che di sicuro non passa inosservata quando facciamo una passeggiata nelle nostre campagne è la forsizia. È una pianta nativa dell’Asia, dove si diffonde naturalmente nei boschi, e della penisola balcanica. La forsizia si fa notare per la sua forma ad arbusto e i suoi colori sgargianti, nei toni del bianco, rosa e rosso, ma soprattutto del giallo. Una curiosità che forse tanti non conoscono riguarda l’origine del suo nome, derivato e ispirato a William Forsyth, botanico scozzese divenuto famoso per essere il creatore della Royal Horticultural Society.

Varietà di forsizia

La forsizia, come abbiamo visto, è una pianta arbustiva decidua che perde le foglie e raggiunge di norma i tre metri di altezza senza difficoltà. Le varietà più comuni sono la forsizia suspensa, viridissima e di Zabel. Quest’ultima è un ibrido derivato dall’incrocio tra le prime due e si sviluppa rapidamente fino a quattro metri. Si distingue, inoltre, per il fusto eretto e poco ramificato. A seconda della varietà prescelta, la nostra forsizia produrrà fiori di colore diverso. Una particolarità riguarda la forsizia bianca, originaria della Corea, che regala ai nostri giardini bellissimi e profumati fiori bianchi dalla caratteristica forma a stella.

Fioritura

La forsizia è tra i primi arbusti a fiorire alla fine della stagione invernale, generalmente nel periodo tra febbraio e aprile, quando spesso le temperature sono ancora fredde. È dunque considerata una pianta sentinella per la sua funzione di foriera della primavera e del risveglio della natura, tanto che i suoi fiori compaiono addirittura prima delle foglie.
La fioritura della forsizia la rende facilmente riconoscibile: tipicamente di colore giallo zolfo e a forma di imbuto, i fiori ricoprono l’intera superficie dei rami creando un bellissimo effetto cromatico in contrasto con le tinte scure dei rami. Peccato però che questo spettacolo si conceda ai nostri occhi solo per poco tempo, poco meno di un mese. Proprio a causa di questa fioritura particolarmente breve, la pianta ha ricavato l’emblema, anche nel linguaggio dei fiori, di bellezza fugace.
Le foglie compaiono poi verso aprile, di solito al termine della fioritura oppure subito prima.

Potatura

Una potatura corretta è di fondamentale importanza per garantire alla nostra forsizia una crescita corretta e una fioritura continua ed abbondante. Affinché questa operazione sia quanto più efficace possibile, va effettuata subito dopo la fioritura, prima che abbia inizio la rigogliosa produzione di fogliame. Potremmo essere tentati, vedendo cadere le foglie gialle, di dedicarci alla potatura della forsizia durante l’autunno o nel periodo invernale, quindi durante il riposo vegetativo della pianta. Questo però è sbagliato, perché nei mesi freddi le piante decidue concentrano le loro energie nella produzione dei nuovi tessuti, e di conseguenza una potatura significherebbe costringerle a impiegare altra energia per la chiusura delle ferite provocate dal nostro sfoltimento.
Che la nostra forsizia sia una siepe oppure abbiamo deciso di coltivarla in vaso, una buona potatura della forsizia deve essere generalmente drastica. Sia che essa venga compiuta per darle forma sia allo scopo di incentivare una fioritura più abbondante l’anno successivo. Prima di metterci all’opera, sarà bene ricordarci di disinfettare e affilare le forbici, onde evitare di allungare i tempi di guarigione della pianta. Lavorando al taglio, sarà necessario lasciare spazio ai rami giovani e verdi e rimuovere tutti quei rami secchi oppure lignificati. Questo perché significa che hanno perso vigore e produrranno pochi fiori, togliendo energie preziose alla nostra pianta. Possiamo arrivare ad accorciarli, se necessario, anche a mezzo metro di altezza.
Usiamo la tecnica del taglio basso e corto, accorciando i rami e tagliandoli alla base, lasciando loro una lunghezza di circa 30 cm.
Sarà proprio dai rami che abbiamo reciso che andranno a svilupparsi i nuovi germogli della nostra forsizia. Infine, alcuni preferiscono cimare anche le gemme fiorali, ma non si tratta di un’operazione essenziale.